Azioni per le zone di migrazione

Il problema dovuto all’impatto del traffico veicolare sugli Anfibi è tristemente noto da molti anni e riguarda in particolare il periodo riproduttivo delle specie. Anche se la morte a seguito dell’investimento può avvenire pressoché su ogni tratto di strada, vi sono determinati luoghi che sono interessati dalle migrazioni di massa. Presso queste zone si possono individuare i punti più a rischio (‘punti focali di attraversamento‘) e quindi realizzare azioni e opere capaci di minimizzare l’impatto sulle popolazioni.
Quella che segue è una breve panoramica sulle possibilità di intervento in questi casi.

1) È possibile chiudere temporaneamente al traffico la strada a rischio durante le ore che vanno dall’imbrunire a circa la mezza notte in seguito ad apposito provvedimento da parte dell’ufficio traffico competente. Questa iniziativa, che va decisa localmente in relazione al periodo di migrazione delle specie, in genere dura per circa 20-30 giorni ogni anno e si può applicare più facilmente nei casi ove esista una valida viabilità alternativa. In genere viene concesso il passo ai soli residenti che vengono adeguatamente informati in modo da prestare la massima attenzione agli individui in migrazione.
2) Se la chiusura non è possibile, si devono innanzitutto fiancheggiare le strade nei tratti interessati dalle migrazioni con barriere antiattraversamento su entrambi i lati. In questo modo si impedisce, come primo punto fondamentale, l’entrata degli individui sulle carreggiate e la successiva morte per investimento.
Fatto questo si affronta il problema di garantire agli stessi la possibilità di riprodursi. Vi sono due possibilità:
2a) Si possono realizzare specifici sottopassaggi per consentire l’attraversamento illeso sotto alla strada, l’arrivo all’area riproduttiva e, successivamente, il ritorno in senso opposto. In questo caso le barriere antiattraversamento sono poste sempre lungo tutto il tratto stradale a rischio in modo da sbarrare l’accesso alle carreggiate mentre in corrispondenza dell’ingresso dei sottopassi esse vengono posizionate convergenti a ‘V’ verso l’imboccatura per formare un invito.
2b) Se i sottopassaggi non possono essere realizzati a causa della morfologia del luogo e delle caratteristiche della strada, fermo restando la predisposizione di barriere antiattraversamento (sempre fondamentali) lungo tutto il tratto interessato dalle migrazioni, si opta per la costruzione di nuovi habitat riproduttivi (sostitutivi degli originali) che gli animali incontreranno durante le migrazioni prima di arrivare nei pressi della strada.

Per approfondire tutte le caratteristiche tecniche necessarie alla progettazione e realizzazione corretta delle barriere, dei sottopassi e degli habitat sostitutivi in modo che tutto risulti realmente efficace per gli Anfibi, è possibile consultare il seguenti testi*

* a favore della buona riuscita di questo tipo di interventi di conservazione ci teniamo a far presente che esistono sul mercato o sul web molte pubblicazioni, anche recenti, di tipo ‘tecnico’ (redatte da enti e/o associazioni anche dai nomi noti) la maggior parte delle quali però riporta soluzioni e tecniche ormai superate da molti anni e di cui è stata dimostrata la non corretta funzionalità. Inoltre molto spesso sono riportati frettolosamente casi di interventi progettati e/o realizzati in specifici contesti territoriali non italiani e quindi non applicabili nello stesso modo nel nostro territorio e a favore delle nostre specie. Questa nota si rende necessaria perché quando si decide di intervenire in un caso a forte rischio e vi si investono energie e finanziamenti è importante che tutto venga compiuto nel migliore dei modi assicurando il successo dell’operazione e la reale conservazione delle specie. Per questo motivo il WWF Toscana è sempre a disposizione per fornire consigli e supporto tecnico a chiunque lo desideri.