Oasi WWF Area Erpetologica Protetta Val di Rose fase II

(inizio lavori: 2013)
Durante gli anni seguenti fu deciso, per iniziativa congiunta dell’Ufficio Tecnico dell’Università e del WWF, di progettare un conclusivo intervento che prevedesse il ripristino di tutta l’area circostante mediante la creazione di nuovi habitat umidi sia a carattere permanente che stagionale. La possibilità di realizzazione di questo progetto nacque in relazione alla necessità di costruire una cassa di espansione idraulica a servizio del Polo Scientifico Universitario. L’opera doveva avere dunque una doppia valenza: soddisfare le necessità di compensazione del rischio idraulico e, contemporaneamente, dare vita a diversi tipi di zone palustri in modo da poter ospitare anche molte specie ornitiche. La redazione del progetto fu conclusa nel 2006. Terminate quindi le lunghe fasi di esproprio, nel 2013 si dette avvio alle fasi di realizzazione della nuova opera.
Fu così creato un nuovo grande bacino lacustre di circa cinque ettari di superficie (quest’ultimo, date le dimensioni, specificamente progettato anche per la sosta dell’avifauna migratrice), comprendente al suo interno zone caratterizzate da differenti profondità oltre a vari tipi di isole e isolotti. Su questo nuovo invaso si affacciano due osservatori, costruiti in modo che il pubblico in visita non possa disturbare le specie ornitiche presenti all’interno del bacino. Inoltre nella porzione posta più a nord dell’area furono realizzati nuovi prati umidi ad allagamento stagionale e acquitrini dedicati agli Anfibi. Piccole formazioni “a macchia” e numerose siepi furono poi piantate tutto intorno come aree di alimentazione e rifugio per la fauna. Sul lato nord dell’area, nei pressi del piede della recinzione, fu posta in opera una barriera antiattraversamento costituita da appositi manufatti prefabbricati in calcestruzzo polimerico per evitare che gli Anfibi e le altre specie della piccola fauna presenti nell’area “sconfinassero” verso nord (area degli edifici del Polo Universitario), esponendosi così al rischio di essere investiti dalle auto.
Fu realizzato anche un nuovo lungo percorso per le visite che permette di ammirare sia il “nucleo storico” dell’Oasi creato nel 1996 sia tutta l’ampia zona di recente realizzazione.